venerdì 4 maggio 2007

Da "Novecento", A. Baricco

"...Tutta quella città, non se ne vedeva la fine...per
cortesia, la fine, si potrebbe vedere la fine?!?!?
E il rumore..
Su quella maledettissima scaletta era tutto molto
bello..ed io ero grande, nel mio cappotto,
facevo un figurone, ed ero sicuro che sarei sceso,
garantito, non c'era problema..
Con il mio cappello blu
primo gradino, secondo gradino, terzo gradino,
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino,
Primo gradino, secondo gradino..
Non fu quello che vidi che mi fermò, fu quello che non
vidi..
Riesci a capirlo, fratello???quello che non vidi...
La cercai.. la cercai ma non c'era, in tutta quella
sterminata città
c'era tutto tranne
c'era tutto
ma non c'era una fine.
Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. La
fine del mondo...

Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano,
i tasti finiscono. Tu sai che sono 88 e su questo
nessuno può fregarti...Non sono infiniti loro, Tu sei
infinito e ,dentro quei tasti, infinita è la musica che
puoi fare..Questo a me piace, questo si può
vivere.. ma se tu
Ma se io salgo su quella scaletta
ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si
srotola una tastiera con milioni di tasti, milioni e
miliardi di tasti,
milioni e miliardi che non finiscono mai
e questa è la vera verità,
che non finiscono mai..
beh, allora quella tastiera è infinita..
ma se quella tastiera è infinita
su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare...
ti sei seduto sul seggiolino sbagliato:
quello è il pianoforte su cui
suona Dio.

Ma le vedevi le strade????.
Anche solo le strade, ce n'erano a migliaia...come
fate voi laggiù a sceglierne una???..
A scegliere una donna...
Una casa che sia la vostra, un paesaggio da guardare,
un modo di morire....
Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove
finisce...o quanto ce n'è...
Ma non avete paura, voi altri, a finire in mille pezzi
solo a pensarla quell'enormità??..a viverla...

Io sono nato su questa nave..ed anche qui il mondo
passava, ma a non più di duemila persone per volta...E
di desideri ce n'erano, sì...ce n'erano ma non più di
quanto possano stare su di una nave fra una prua ed
una poppa...Suonavi la tua felicità su di una tastiera
che non era infinita..
Io ho imparato a vivere così...la terra, quella è una
nave troppo grande per me. E' un viaggio troppo
lungo.E' una donna troppo bella.E' un profumo troppo
forte. E' una musica che non so suonare.

Perdonami amico ma io non scenderò da questa nave, non
scenderò..al massimo, posso scendere dalla mia
vita..."

(Novecento, A. Baricco)

4 commenti:

dago64 ha detto...

non ho letto il libro, ma il tono non mi entusiasma....perchè la pubblicazione?

Anonimo ha detto...

Io non ci capisco di Teatro, le cose su cui capisco qualcosa sono veramente circoscritte comunque alcuni tratti mi piacciono anche se non riesco proprio a colgliere il significato... aspetterò questo elemento durante l'interpretazione...!!! Baci

Anonimo ha detto...

Io che l'ho interpretato posso spiegarvi il significato...o i significati, perchè ce ne sono diversi:la paura del nuovo, l'attaccamento al conosciuto, l'amore per le cose che si sa fare (in questo caso suonare il pianoforte). Poi ogni attore cerca di cogliere le proprie emozioni nel testo che recita...se ti emozioni fai emozionare il pubblico! Cmq bella scelta, brave. PS un bacio a Paola e Francesca

Anonimo ha detto...

Brave cs, sn stata io a pubblicare il post, io sn brava, loro nn c'entrano nulla! Cm mi ha fatto piacere ke tu sia venuto a fare un giro, spero che nn sia la prima e l'ultima volta!! Ciao ciao
SW